TITOLO DEL PROGETTO
Rivascolarizzazione percutanea versus rivascolarizzazione chirurgica del tronco comune non protetto
RESPONSABILE
Prof. Francesco Romeo (Università di Tor Vergata)
OBIETTIVI
L’obiettivo dello studio, condotto presso la cattedra di Cardiologia dell’Università degli Studi di Tor Vergata, è stato quello di valutare i risultati a breve termine del trattamento del ULM mediante PCI rispetto al CABG, in termini di sopravvivenza libera da eventi cardiaci maggiori (MACE).
TEMPISTICA
Inizio: febbraio 2012 – conclusione: luglio 2013
PREMESSA
Il bypass coronarico (CABG) è considerato il trattamento di elezione delle ostruzioni della coronaria sinistra. Tuttavia in sottogruppi di pazienti con tronco comune non protetto (ULM), in particolare per pazienti con elevato EUROSCORE, è stata proposta l’angioplastica percutanea (PCI).
Ad oggi nonostante le linee guida non ne suggeriscano l’impiego, una grande quantità di dati supporta la fattibilità, l’efficacia e la sicurezza dello stenting diretto rispetto al CABG per il trattamento LMCA non protetto. Il processo LEMANS, i dati dei registri di grandi dimensioni e quelli provenienti dagli studi clinici in aggiunta alla pratica clinica di routine indicano la PCI con stent come opzione di trattamento per la malattia nel tronco comune.
METODOLOGIA
Visite di controllo su un campione a 3-6-9-12-18 mesi dall’evento acuto ed eventuale integrazione con indagini diagnostiche.
RISULTATI CONSEGUITI
In conclusione, i risultati della PCI su lesioni del tronco comune sono simili, in termini di mortalità e infarto a 18 mesi rispetto al CABG. In particolare, i buoni risultati ottenuti nonostante la maggiore prevalenza di soggetti con ACS nel gruppo PCI, rende tale metodica indicata nel detto sottogruppo, che presenta un più elevato rischio chirurgico, pur con probabilità significativamente maggiore di rivascolarizzazione meno completa e necessità di ulteriori procedure di rivascolarizzazione a 18 mesi. Il CABG è considerato quindi il trattamento di elezione delle lesioni dell’ ULM; tuttavia in pazienti con elevato Euroscore e con ACS, può essere indicato il trattamento percutaneo.